Il signore delle burrasche
[2014]
« Eccolo Geppin, capitano di lungo corso e anche armatore, sebbene di una sola barca. Prima di uscire dalla porta di Gibilterra ne aveva imparato, di mare e di vento, di bonacce e burrasche, di attese e sorprese, che il mare non ti annoia perché è lui che non si annoia, anche quando è calma piatta, che le vele sembrano solo lenzuola stese al sole.»
Geppin di Moneglia, al secolo Giuseppe Vallaro, a undici anni si rompeva la schiena e le mani a caricare sabbia e sassi per la zavorra dei grandi brigantini in partenza per gli oceani, e tergendosi il sudore guardava l’orizzonte come un confine, sognando di raggiungerlo e di scoprire, chissà, un «oltre». Lavorando sodo, mai piegandosi a padroni e padroncini, pirati e loschi traffici, in tutti i porti del Mediterraneo, diventò capitano, padrone di barchi e cacciatore di orizzonti. Ormai capitano di lungo corso, abilitato a varcare Gibilterra, con il suo brigantino Rosario e un equipaggio fedele, il ligure Geppin affronta Capo Horn, dove i due oceani si scontrano, mai domi, mai stanchi. Il Cile è la meta, il guano e il salnitro sono la ricchezza di un secolo di veri marinai senza paure come fu l’Ottocento, ma arrivarci senza alberi rotti, con un pezzo di barca ancora galleggiante, è un’impresa.
Geppin e il suo equipaggio sono protagonisti di una grande epopea di avventure sul mare, affascinanti eroi di casa nostra, che hanno conquistato un posto d’onore nel cuore dei lettori con le imprese già raccontate ne “Il padrone delle onde” e “Il cacciatore di orizzonti”.