Gli occhi (di Santa Sabina)
[2012]
Dopo l’esperienza del ciottolo dedicato a San Gottardo che del borgo di Trigoso è emblema da sempre, con la rappresentazione in scena, a cura di Maria Grazia Rebuzzi e del Gruppo artistico teatrale di Moneglia, del mio testo teatrale La porta aperta, con questo nuovo ciottolo e, speriamo, con la rappresentazione scenica del mio nuovo testo Gli occhi, intendiamo donare a Trigoso le nostre pagine su Santa Sabina martire, cui la parrocchia è dedicata.
Di Santa Sabina poco o nulla si sa, pochissimi e vaghi sono i riferimenti. Si sa che fu una patrizia romana, sposata a un potente senatore, Valentino, e si sa che fu decapitata assieme alla sua serva Serapia perché entrambe si erano convertite al Cristianesimo e non sentirono ragione né minaccia per rinnegare la loro profonda fede, fino al martirio, avvenuto nel 119 o 120 dopo Cristo. Tutto qui.
Così ho affidato a ciascun partecipante al corso di scrittura di quest’anno l’impegno di scrivere liberamente su Santa Sabina, ricerche, racconti, testi di varia ispirazione, aggiungendo questo mio nuovo testo teatrale, con la speranza di lasciare una testimonianza sulla martire romana e nel contempo un segno di affetto per la comunità di Trigoso della quale tutti ci sentiamo parte.
In apertura del volume il testo teatrale Gli occhi, appunto, da me scritto pensando all’importanza dello sguardo, umano sì, ma soprattutto “oltre umano” di chi davvero ha la fede dentro, di chi guarda oltre, appunto, la pochezza e la crudeltà umana, l’egoismo di sé. Non è questione di fede trascendentale, ispirata o cercata, è questione di umanità, anzitutto, capace di affrontare, sia nel nome di Dio sia nel segno della propria rettitudine interiore, ogni ostacolo della vita, perché, come ci insegnano i martiri fra cui Santa Sabina, la vita è comunque là, in quell’… oltre verso cui, troppo spesso, non sappiamo guardare.
( mario dentone )