Una notte da papa
[2001]
Un papa, si dirà, dopo un violinista romantico e maledetto dalle leggende, dopo un cantautore poeta magnifico e sfortunato, e dopo uno fra i più grandi scrittori non del novecento, ma della storia, e ancora dopo un altro sfortunato intellettuale ma grande scrittore, ora un papa. Che c’entra un papa, in teatro? C’entra per il fatto che il vecchio amico Marco Bo, erede di suo padre per il vulcano mentale sempre in eruzione di iniziative, di organizzazioni, in particolare per lo straordinario recuperato gioiello di storia e di vita che è il borgo di Trigoso, da cui la mia Riva Trigoso, ha messo in piedi, con altri amici del borgo, una iniziativa culturale tesa a valorizzare storia, religiosità, cultura e costumi di quelle viuzze, di quelle case addossate attorno alla storica chiesa e davanti all’antica residenza dei nobili Fieschi conti di Lavagna, in particolare il conte Tedisio.
E proprio su questo tema Marco Bo mi chiese con insistenza di scrivergli qualcosa ed io, ormai convinto di sapere scrivere per il teatro, pensai a papa Adriano V, ovvero il conte Ottobono Fieschi, uno dei figli di Tedisio, appunto, che a Trigoso visse, a Trigoso eresse la sua chiesa, alle spalle della casa paterna, a Trigoso donò il suo titolo di cardinale di sant’Adriano, fra il 1253 e il 1276, anno in cui fu eletto papa e in cui morì, appena trentotto giorni dopo l’elezione, tuttavia sufficienti perché Dante lo “incontrasse” nel Purgatorio, al canto XIX.
Così immaginai il cardinale Ottobono Fieschi che, prima di avviarsi al conclave da cui sarebbe uscito pontefice, accompagnato dal suo fido segretario o chierico Matteo, di nascosto, vestito da misero fraticello e irriconoscibile, di notte fa visita per l’ultima volta al suo borgo…
È un atto unico rappresentato in varie piazze e sagrati di chiese negli ultimi due anni con successo dal Teatro Ateneo, diretto e interpretato da Roberto Tomaello.